
ADERENZE/CICATRICI
Le aderenze che si formano sono una normale risposta alla lesione della superficie cutanea e peritoneale.
Le fasce di nuovo tessuto possono svilupparsi quando il corpo guarisce da qualsiasi disturbo che si verifica in seguito a chirurgia, infezione, trauma o radiazione.
Ma sono anche la causa di svariate problematiche che vanno dall’ipomobilità di un articolazione, , infertilità nelle donne, dolore addominale cronico e all’ostruzione adesiva dell’intestino tenue.
L’aderenza, infatti, ostacola il normale movimento dei tessuti che, invece di scivolare l’uno sull’altro, contrarsi e distendersi, restano imbrigliati nel tessuto ipertrofico ( troppo denso) e non riescono nella loro normale funzionalità.
L’infiammazione cronica intestinale, prostatite, epididimite, ovaio policistico, infezioni delle vie urinare… possono creare aderenze e portare a complicazioni, oltre che dolori cronici.
Le aderenze intestinali sono bande irregolari di tessuto cicatriziale che si formano tra due strutture che normalmente non sono legate insieme.
Cosa vuol dire:
si creano tessuti ipomobili dove non dovrebbero essere e limitano il movimento naturale e la contrazione peristaltica di intestino e organi adiacenti: vescica, prostata, utero, ovaio, duodeno, stomaco, fegato, vie biliari…
La maggior parte dei pazienti con aderenze intestinali è asintomatica e il 25% di loro ha una storia di processi infiammatori intra-addominali o pelvici ( epididimite – prostatite – ciste ovarica…)
I pazienti sintomatici si manifestano in genere con dolore cronico addominale e pelvico a volte con irradiazione alle gambe, infertilità nelle donne e nei casi più gravi con ostruzione intestinale.
Come le aderenze possono essere una fonte di infertilità nelle donne?
L’interferenza con la cattura e il trasporto dell’ovulo o da aderenze tubarica o intrauterina può ostacolare il trasporto dello sperma e l’impianto dell’embrione.
Esistono tre fasi distinte e sequenziali di riparazione che portano alla formazione di una cicatrice fibrotica:
1 – infiammazione
2 – formazione di nuovi tessuti
3 – rimodellamento.
L’infiammazione si verifica immediatamente dopo la lesione del tessuto.
La seconda fase, la formazione di nuovi tessuti, avviene attraverso la proliferazione e la migrazione di vari tipi di cellule, tessuto connettivo e una fitta rete di nuovi vasi sanguigni e si forma da 2 a 10 giorni dopo la lesione del tessuto.
Due o 3 settimane dopo la lesione dei tessuti, nella fase finale di rimodellamento, molte cellule migrano dalla ferita e lasciano il collagene e altre proteine finchè la composizione della delle nuove cellule sia uguale a quella che si trova tipicamente nella pelle normale. La cui resstenza raggiunge comunque solo l’80% della resistenza/elasticità iniziale.
La fase di rimodellamento dura per un anno o più.
Cosa si può fare?
Perché il trattamento manuale funziona?
È stato osservato che le terapie che modulano le forze meccaniche applicate all’ambiente della ferita ci consentono di ridurre al minimo la formazione di aderenze e la loro dimensione.
La mobilizzazione dei tessuti molli viene applicata per ridurre il dolore e migliorare il movimento e la funzione dei tessuti da superficiali a profondi.
Il trattamento osteopatico sulle aderenze e cicatrici ha un effetto benefico sulla mobilità dell’articolazione sottostante la cicatrice o del tessuto peritoneale (intestino – ovaie – utero…) aumentandone la vascolarizzazione e la qualità del tessuto stesso in modo che il corpo possa svolgere la sua funzione al meglio.
Il trattamento delle strutture danneggiate nell’immediato periodo postoperatorio ha il potenziale per agire come efficace prevenzione per attenuare lo sviluppo coesivo dell’adesione in fase postoperatoria.
Ma anche quando la cicatrice è già datata si può trattare per ottenere un miglioramento dei tessuti aumentandone la vascolarizzazione e la sua mobilità rispetto ai tessuti circostanti.
L’osteopatia e l’automassaggio sono uno strumento valido ed efficace in ogni fase della formazione della cicatrice o dell’aderenza già esistente.